Chi è il paziente parodontale?

 

Gentili pazienti bentrovati!

Nell’articolo di questa settimana si parlerà della malattia parodontale e dei protocolli che i pazienti parodontali devo acquisire come abitudini di vita.

 

Partiamo dalla descrizione della malattia parodontale fornita dal Ministero della Salute:

 

“La malattia parodontale colpisce in Italia circa il 60% della popolazione. Circa il10% manifesta forme avanzate. Particolarmente colpite sono la fascia di età compresa tra i 35 ed i 44 anni.

La malattia parodontale comprende le gengiviti e le parodontiti, patologie che riconoscono un’eziologia multifattoriale essenzialmente batterica con l’interazione di tre cofattori:

  1. Suscettibilità dell’ospite
  2. Fattori ambientali
  3. Fattori comportamentali.

La placca batterica, pur essendo condizione necessaria, risente del ruolo indispensabile dell’interazione con l’ospite. Numerosi fattori locali e sistemici (es. diabete) influenzano il decorso clinico.

Le gengiviti interessano la gengiva vicina al dente (gengiva marginale) e sono caratterizzate da arrossamento del margine gengivale, edema, sanguinamento sotto stimolo meccanico ed a volte da aumenti di volume. Si tratta di quadri clinici completamente reversibili se adeguatamente trattati.

Le parodontiti sono un gruppo di patologie che hanno in comune la distruzione del sistema di sostegno del dente. Si manifestano con una perdita di attacco e di osso, formazione di tasche e recessione della gengiva. Sono sempre precedute da gengivite e, quindi, se si previene quest’ultima, è possibile prevenire la ben più grave parodontite.

Il segno caratteristico delle parodontiti è la formazione della tasca parodontale associata a mobilità dentaria.

La distruzione dei tessuti di sostegno dei denti è nella maggior parte dei casi irreversibile. Relativamente alle condizioni parodontali, a 4 anni il 3.56% degli individui presenta tartaro mentre, a 12 anni, i tessuti parodontali appaiono sani nel 47.81% dei casi; la presenza di tartaro si attesta al 28.33% e la presenza di sanguinamento al sondaggio è del 22.46%.

Terapia

Obiettivo principale del dentista di fronte ad un paziente con malattia parodontale è quello di arrestare la progressione della malattia ed evitare o ridurre l’insorgenza di eventuali recidive.

La terapia delle parodontiti deve tener in adeguata considerazione la multifattorialità della malattia e comprendere procedure e trattamenti clinici volti a trattare il problema nella sua complessità.

Il controllo degli agenti causali viene perseguito e raggiunto attraverso il controllo della placca batterica sopragengivale (mediante l’igiene orale domiciliare, l’utilizzo di collutori, gel o paste a base di clorexidina e la detartrasi) e della placca batterica sottogengivale (levigatura radicolare) e con l’eventuale ausilio di farmaci locali o sistemici.

La detartrasi è una metodica di igiene professionale di tipo meccanico volto alla rimozione della placca batterica e dei depositi di tartaro dalle superfici dentali sopragengivali; si esegue con strumenti manuali (scaler o curette) o strumenti meccanici (strumenti sonici o ultrasonici).

La detartrasi deve essere completata con la lucidatura delle superfici strumentate, per mezzo di spazzolini o coppette con pasta pomice. Gli spazi interdentali vengono rifiniti con strisce abrasive. A volte sono necessarie più sedute.

La levigatura radicolare è una metodica di igiene professionale di tipo meccanico utilizzata per rimuovere il tartaro sottogengivale, adeso alla superficie delle radici dei denti e a rendere queste ultime lisce e compatibili con i tessuti parodontali. Può essere fatta a “cielo chiuso”, cioè senza scollamento della gengiva, o a “cielo aperto”, cioè mediante il sollevamento di lembi chirurgici gengivali per migliorare l’accesso e la visibilità del sito da trattare.”

 

Questa è la descrizione fornita a livello ministeriale, è importante sottolineare come in Italia siano circa 20 milioni di persone a soffrire di problemi gengivali e che circa il 40% della popolazione sottovaluta sintomi quali il sanguinamento gengivale e non approfondisce la diagnosi di tale disturbo. Ricordiamo a riguardo il problema di tale dato sottolineando come la malattia parodontale (comunemente detta piorrea) sia la causa principale della perdita dei denti, quindi è fondamentale diagnosticarla precocemente e curarla il prima possibile.

La mancanza di cure e comportamenti che compromettono lo stato di salute orale hanno molteplici influenze sullo stato di salute generale e per questo non bisogna trascurare la salute di denti e gengive.

 

Facciamo ora un breve riassunto sulle caratteristiche della malattia parodontale:

 

COS’E’ LA PIORREA?

 

 

 

La malattia parodontale è un’infezione batterica (provocata da microrganismi patogeni contenuti nella placca batterica) che, associata ad altri fattori di rischio, compromette lo stato di salute del parodonto (gengive, osso alveolare e tessuti di sostegno dei denti) esponendo il soggetto adulto all’altissimo rischio di perdere gli elementi dentali.

DIAGNOSI.

Spesso tale patologia risulta essere indolore, per questo se non si effettuano costanti e regolari controlli odontoiatrici ci si potrebbe accorgere del problema solo quando la situazione risulti essere già avanzata e compromessa. Al contrario, visite di controllo regolari consentiranno una diagnosi precoce della malattia parodontale, mettendo in atto adeguate misure di prevenzione e di trattamento.

La fase diagnostica prevede:

  • Radiografie (per consentire all’operatore di valutare la perdita d’osso complessiva intorno agli elementi dentali),
  • Valutazione della presenza di placca e tartaro,
  • Controllo sensibilità dentale,
  • Analisi dello stato gengivale (analizzando il gonfiore, sanguinamento, presenza di retrazioni gengivali)
  • Misurazione delle tasche parodontali con una sonda parodontale millimetrica
  • Controllo mobilità degli elementi dentali

 

CAUSE E FATTORI DI RISCHIO DELLA PARODONTITE:

  • Presenza di placca/tartaro
  • Fumo
  • Diabete
  • Disturbi del sistema immunitario
  • Predisposizione genetica ed ereditaria
  • Gravidanza (i cambiamento ormonali della donna in gravidanza possono indebolire lo stato di salute delle nostre gengive)
  • Assunzione di determinati farmaci (come ad esempio gli antidepressivi)
  • Stress
  • Acidosi metabolica di basso grado
  • Compresenza di altre malattie che ne condizionano l’evoluzione e a loro volta ne sono influenzate (malattie cardiovascolari, malattie autoimmuni, Alzheimer, ecc.)

 

SINTOMI DELLA MALATTIA PARODONTALE:

 

  • Alitosi
  • Gengive rosse, gonfie, sensibili e da cui può fuoriuscire del pus
  • Sanguinamento gengivale
  • Migrazione degli elementi dentali


PREVENZIONE

  • Eliminare i fattori di rischio (fumo, glicemia alta, stress, disbiosi intestinale, acidosi metabolica)
  • Prestare particolare attenzione all’igiene orale
  • Utilizzare spazzolino elettrico, filo interdentale e scovolini nelle pratiche d’igiene orale quotidiana
  • Seguire un’alimentazione bilanciata
  • Avere uno stile di vita sano
  • Sottoporsi a costanti sedute d’igiene orale professionale e visite dentistiche di controllo

 

 

 

L’importanza delle sedute di richiamo parodontale.

Il rapporto che si instaura tra paziente parodontale, igienista dentale ed odontoiatra è fondamentale ed elemento che sta alla base di tale rapporto è la costanza.

Una volta terminato il piano di cure che si effettua in studio, il paziente dovrà in primis mantenere un’ottima igiene orale quotidiana domiciliare e, in secondo luogo, mantenere il rapporto con l’equipe odontoiatrica per mantenere sotto controllo la situazione clinica attraverso sedute di richiamo periodiche.

Durante la seduta di richiamo parodontale l’igienista dentale e l’odontoiatra effettueranno una revisione della storia clinica del paziente e l’aggiornamento della situazione riscontrata. Si controlleranno i siti parodontali più gravi (ossia dove sono presenti le più profonde tasche parodontali) e, in generale, la situazione in cui si trovano gengive, osso alveolare e denti.

In base a quanto emerge dalla seduta di controllo parodontale potranno aversi diversi risvolti:

  • Effettuare una seduta d’igiene orale professionale e sondaggio di controllo parodontale (la prima per eliminare la presenza di placca batterica, il secondo per confrontare la situazione odierna rispetto a quando si è iniziata la terapia parodontale),
  • Mantenimento e consolidamento del piano di cura stabilito in precedenza,
  • Variazioni del percorso terapeutico,
  • Modifiche nella prognosi effettuata all’inizio del trattamento
  • Interventi di diverso tipo (partendo dai più semplici come la somministrazione di antibiotici locali, fino a programmare interventi chirurgici parodontali più complessi).

Per quanto riguarda la frequenza con cui si debbano pianificare le sedute di richiamo vi sono diversi pareri, anche in base alla situazione clinica effettiva del paziente. Una recente revisione della letteratura suggerisce di valutare in primis di quale livello di malattia parodontale si stia trattando:

  • In caso di condizioni parodontali stabili o di malattia moderata il richiamo semestrale risulta adeguato al mantenimento della salute orale
  • Nei casi, invece, di malattia parodontale severa i protocolli di richiamo parodontale si orientano tra i 2 e i 4 mesi

Una volta conclusa la fase terapeutica “alla poltrona” sarà fondamentale che il paziente prosegua le cure attraverso la fase di mantenimento. Essa è formata da due step:

  1. Igiene orale domiciliare quotidiana: il paziente quotidianamente dovrà procedere ad un accurato lavaggio dei denti, utilizzando non solo lo spazzolino ma anche filo interdentale e scovolini.
  2. Effettuare controlli periodici con in proprio odontoiatra ed igienista di fiducia, per controllare lo stato di salute di denti e gengive e sottoporsi alle sedute d’igiene orale professionale per eliminare i depositi di placca batterica e tartaro.

Per far sì che il risultato rimanga nel tempo e che la situazione si stabilizzi e non si aggravi sarà questa fase di mantenimento la più importante! Il paziente dovrà sottoporsi ai controlli stabiliti entro i tempi scanditi dai professionisti: la regolarità dei controlli periodici sarà un’arma fondamentale per evitare il rischio di recidiva parodontale a disposizione di medico e paziente!

 

 

 

 

 

 

 

 

Fonti: Odontoiatria33, Ministero della Salute (http://www.salute.gov.it/portale/temi/p2_6.jsp?lingua=italiano&id=725&area=Sorriso%20salute&menu=patologie)