Cari lettori rieccoci.
Nell’articolo di questa settimana affronteremo il delicato problema della parodontite e dei problemi ad essa correlati.
Verranno esposti dati statistici di un ampio sondaggio che vede come protagonista la SIdP (Società Italiana di parodontologia ed Implantologia) ed il suo consiglio direttivo ( con personaggi di fama internazionale come il Chiar.mo Professor Aimetti di Torino, Dr. Luca Landi, ecc.).
Tale sondaggio è stato eseguito su circa 2157 individui e dimostra come nei pazienti italiani affetti da parodontite si verifichi una perdita dentale media di circa 10 elementi per paziente e che tale valore sia 3 volte superiore rispetto a chi ha perso elementi dentali a causa di carie.
Lo scopo della divulgazione di questi dati, da parte della SIdP, è quella di favorire un miglioramento della diagnosi e nella terapia parodontale/implantare a livello di odontoiatria generale nel nostro paese.
La Società Italiana di Parodontologia e Implantologia ( SIdP) ha condotto la suddetta indagine per valutare la perdita dei denti ed il successo effettivo degli impianti dentali nella popolazione.
La malattia parodontale è una problematica infiammatoria cronica che interessa i tessuti che circondano i denti ed è correlata alla presenza di batteri.
A seguito degli studi condotti e dai dati statistici raccolti è emerso che “la malattia parodontale influenza significativamente la popolazione nei paesi industrializzati, con una prevalenza compresa tra il 30% ed il 40% per le forme di malattia di grado moderato-grave” (Prof. Aimetti, 2015).
Fattori predittivi della progressione della malattia sono: abitudine al fumo, scarsa igiene orale e situazioni di diabete incontrollato. Con lo studio di numerose prove si è arrivati a sostenere che l’infiammazione sistemica associata alla malattia parodontale può essere collegata a gravi condizioni sistemiche riguardanti malattie cardio-vascolari, diabete e complicanze associate (Cairo, 2008; Tonetti & Van Dyke, 2013).
Gli impianti dentali sono considerati oggi come l’opzione terapeutica primaria per sostituire i denti mancanti, anche se emerge che l’incidenza più elevata di complicanze e della riuscita aumenta notevolmente nei pazienti con malattia parodontale (Sgolastra, Petrucci, Severino, Gatto e Monaco, 2015).
La Sidp ha commissionato un istituto di ricerca specializzato per valutare la perdita dei denti ed il successo reale degli impianti dentali nella popolazione.
Vediamo come si è svolto il sondaggio…
E’ stato selezionato un campione casuale nella popolazione italiana di 2.157 soggetti compresi tra i 35 e i 74 anni d’età, (età media 53 ).
Tali soggetti sono stati contattati telefonicamente o via web ed è stato loro sottoposto un questionario specifico per ottenere un quadro generale dell’esperienza in materia di parodontite, sull’estrazione dei denti e sul posizionamento degli impianti.
A seguito del sondaggio è emerso che circa il 66% degli individui ha segnalato almeno un’estrazione dentale nella propria vita.
I pazienti con alle spalle una storia di periodontite auto-riferita hanno riportato una perdita di denti media più elevata. E’ interessante notare come nel 50% di casi non vi è stato nessun tentativo di trattamento parodontale precedente all’estrazione.
Ulteriore dato emerso dal sondaggio ha mostrato che circa il 59% dei pazienti ha sostituito i denti estratti con una protesi (il 43% con protesi fissa e il 16% con rimovibile) e in molti casi sono stati utilizzati impianti dentali (il 46% dei pazienti con protesi, il 60% considerando solo la protesi fissa) .
Il numero complessivo di impianti inseriti è stato più alto nel periodo 2015-2017 rispetto al 2010-2014.
Questi dati dimostrano una tendenza temporale e crescente nell’utilizzo di impianti dentali nella popolazione.
Per ciò che riguarda gli impianti dentali è importante sottolineare inoltre che circa l’11% dei pazienti trattati con impianti ha riportato complicanze a lungo termine, principalmente si è trattato di complicazioni biologiche (82%) e biomeccaniche (11%). Tale percentuale aumenta notevolmente (arrivando intorno al 19%) nei pazienti che hanno dichiarato di non essersi sottoposti a visite di controllo periodiche e costanti.
Inoltre, tali complicanze sono state risolte nel 26% dei casi e persistenti nel 33% dei pazienti,
Nel 46% dei pazienti, invece, si è dovuto procedere con la rimozione dell’impianto.
I pazienti con storia di parodontite hanno mostrato una maggiore tendenza al fallimento dell’impianto.
Dalla suddetta indagine è anche emerso che il 19% dei pazienti trattati con impianti (circa 74 individui su 400 ) non ha accettato di sottoporsi ad un nuovo trattamento implantare.
I dati del sondaggio attuale mostrano uno scenario clinico complesso con elevata mortalità dei denti nella popolazione generale a causa della parodontite.
Possibili motivi per spiegare questo risultato possono essere correlati con l’eterogeneità tra i pazienti, la differenza nell’esperienza dell’operatore, le ragioni economiche e l’uso dell’estrazione del dente come “strategia” per il trattamento della malattia parodontale.
In passato i dentisti applicavano molto frequentemente impianti dentali a prescindere dal precedente trattamento della parodontite e spesso sono state segnalate complicanze peri-implantari che sarebbero state facilmente evitabili.
Questa situazione dovrebbe essere interpretata con attenzione come parte di un’odontoiatria moderna eccessivamente orientata all’implantologia, anche se i dati forniti dalla ricerca clinica hanno riportato un’elevata prevalenza di complicanze perimplantari (Derks et al., 2016).
Questi dati dovrebbero essere attentamente valutati per la definizione del piano di trattamento del paziente e gli impianti dentali dovrebbero essere utilizzati nella riabilitazione di pazienti con perdita dei denti solo quando viene raggiunto il controllo della parodontite ed eliminato il più possibile il rischio di incorrere in complicanze. (Costa, 2012).
Il peso effettivo della mortalità dei denti nei pazienti parodontali e l’alto rischio di complicanze associate ad un uso eccessivo di impianti dentali (Giannobile & Lang, 2016) sottolinea l’importanza di intraprendere politiche di salute pubblica volte a promuovere la salute parodontale per ridurre il più possibile la mortalità dentale ed evitare il rischio patologie sistemiche legate all’infezione parodontale.
Fondamentale ed estremamente necessario è adottare politiche specifiche da parte delle istituzioni e della società scientifica volte all’informazione, all‘importanza della prevenzione e al miglioramento della salute orale .
L’attenta considerazione di questi elementi può migliorare la qualità generale dell’odontoiatria, colmando il divario tra i risultati forniti dalla ricerca clinica e la qualità del trattamento nella popolazione generale.
Per maggiori informazioni non esitate a contattarci, siamo a vostra disposizione.