L’importanza dell’odontoiatria intercettiva nella diagnosi precoce e nello sviluppo scheletrico dei bambini.

Bambini

Gentili pazienti bentrovati!

Questa settimana parleremo di una particolare branca dell’odontoiatria: l’ortodonzia intercettiva.

Essa rappresenta un approccio fondamentale nella cura dei bambini, focalizzata sulla diagnosi e sul trattamento precoce di problemi ortodontici e scheletrici. Viene definita “intercettiva” in quanto mira ad intervenire ed intercettare (durante le fasi di crescita e sviluppo del bambino) eventuali anomalie, correggendole e prevenendo possibili complicazioni future. La diagnosi precoce rappresenta un pilastro dell’odontoiatria intercettiva, poiché consente agli specialisti di identificare tempestivamente eventuali problemi dentali e scheletrici, intervenendo quando il bambino è ancora in fase di crescita ed aumentando notevolmente la rapidità ed il successo delle terapie ortodontiche. Questo approccio permette di prevenire lo sviluppo di condizioni più gravi, riducendo la necessità di interventi ortodontici più lunghi ed invasivi in età adulta. Essa è rivolta al periodo di età compreso tra i 5 e 10 anni circa. Questo è un periodo durante il quale è possibile intervenire efficacemente per correggere anomalie dentali, occlusali e scheletriche, poiché le ossa del complesso cranio maxillo facciale sono ancora in fase di crescita e modellamento. È importante sottolineare che l’età precisa per l’ortodonzia intercettiva può variare a seconda dei singoli casi,  delle esigenze individuali del paziente e della gravità del problema ortodontico. In rari casi, il trattamento intercettivo può essere consigliato anche prima dei 5 anni, se sono presenti problemi significativi che richiedono un intervento precoce, come abitudini di suzione del pollice prolungate o problemi di crescita mascellare evidenti. In altri casi il trattamento intercettivo può essere consigliato anche in età adolescenziale, fino ai 12 anni circa, se ci sono ancora opportunità per influenzare lo sviluppo scheletrico in corso.

In definitiva, la decisione sull’età appropriata per l’ortodonzia intercettiva dipende da una valutazione approfondita da parte dell’ortodontista, che terrà conto dei fattori individuali del paziente e della natura del problema ortodontico da trattare.

I problemi e le disfunzioni orali che si incontrano nei soggetti di questa fascia d’età possono derivare da diversi fattori :

  • genetici,
  • abitudini viziate,
  • traumi,
  • perdita precoce di denti da latte.

 

Eliminare abitudini viziate sarà un aiuto enorme per la risoluzione del problema e per ciò che riguarda la crescita e lo sviluppo dei denti definitivi. L’importanza della terapia intercettiva è legata principalmente non alla risoluzione totale e completa della malocclusione, quanto al porre le basi per la crescita armonica, diminuendo la gravità della malocclusione e semplificando notevolmente la successiva terapia ortodontica.

Perché procedere con la terapia intercettiva?

Uno degli aspetti cruciali dell’odontoiatria intercettiva è il suo impatto sullo sviluppo scheletrico dei bambini. Durante l’infanzia e nella prima fase dell’adolescenza, lo scheletro cranio-facciale è in continua crescita e modellamento. Eventuali anomalie nella posizione dei denti, dell’occlusione dentale o nella conformazione delle ossa mascellari possono influenzare negativamente questo processo, portando a problemi come malocclusioni, disfunzioni dell’articolazione temporomandibolare, problemi posturali e disturbi respiratori durante il sonno. Grazie alla diagnosi precoce e alla gestione tempestiva di queste anomalie, l’odontoiatria intercettiva potrà favorire uno sviluppo scheletrico armonioso e prevenire problemi ortodontici più gravi in futuro. Trattamenti come l’espansione del palato, l’uso di apparecchi ortodontici funzionali e l’ortodonzia intercettiva possono correggere le discrepanze scheletriche e favorire una corretta occlusione dentale. Inoltre, l’odontoiatria dell’età evolutiva considera anche l’importanza della salute respiratoria durante lo sviluppo del bambino. Problemi come il russamento cronico o l’apnea ostruttiva del sonno possono essere legati a anomalie cranio-facciali, che a loro volta possono essere trattate con interventi ortodontici precoci.

E dopo la terapia intercettiva?

Dopo un trattamento intercettivo, i risultati possono variare a seconda della gravità del problema trattato e della risposta individuale del singolo paziente. I possibili risultati ottenuti prevedono:

1. Correzione delle malocclusioni. Se il trattamento intercettivo è mirato a correggere una malocclusione o una discrepanza scheletrica, attraverso la terapia intercettiva si può agire  sull’occlusione dentale (in alcuni casi correggendola totalmente, in altri semplificando la successiva terapia ortodontica) e migliorare l’armonia facciale.

2. Prevenzione di complicazioni future. Trattare precocemente anomalie dentali e scheletriche può prevenire lo sviluppo di problemi più gravi in futuro, come malocclusioni più severe o disturbi dell’articolazione temporomandibolare.

3. Miglioramento della funzione. Nel caso in cui vi siano problemi funzionali come la respirazione disturbata durante il sonno, il trattamento intercettivo gioca un ruolo centrale nella correzione di tale disturbo.

Una volta conclusa la terapia intercettiva potranno rendersi necessarie terapie successive,  a seconda dei risultati ottenuti e delle esigenze specifiche del paziente. Tra queste ricordiamo:

  • Ortodonzia. Dopo un trattamento intercettivo, potrebbe essere necessario continuare con un trattamento ortodontico completo per affinare ulteriormente l’occlusione dentale e correggere eventuali problemi residui (con un apparecchio fisso o allineatori trasparenti)
  • Monitoraggio periodico. Per alcuni pazienti potrebbe essere sufficiente solo un monitoraggio regolare per garantire che i risultati ottenuti col trattamento intercettivo siano mantenuti nel tempo e che non si verifichino recidive.
  • Chirurgia. In alcuni rari casi, più complessi o gravi, potrebbe essere necessario un intervento chirurgico ortognatico per correggere completamente il problema a livello di ossa mascellari e mandibolari. Arrivare alla chirurgia non rappresenta un insuccesso della terapia ortodontica, ma alcune problematiche, come le terze classi (cioè quella malocclusione caratterizzate da una crescita in eccesso della mandibola, associata a una crescita ridotta della mascella superiore) gravi non hanno altra soluzione. In questi casi la terapia ortodontica che preceda la chirurgia servirà proprio a rendere l’intervento più semplice ed i risultati più prevedibili.
  • Terapie complementari. A seconda delle esigenze del paziente, soprattutto in caso di abitudini viziate (come l’assunzione prolungata del ciuccio o il vizio di succhiare il dito), potrebbero essere raccomandate terapie complementari. Tipico caso è quello della deglutizione atipica, in cui è molto utile la collaborazione di un logopedista e di un osteopata che, tramite esercizi specifici, aiuteranno il bambino ad assumere la corretta posizione della lingua. Un approccio multidisciplinare risulterà estremamente utile per la cura di questo tipo di patologia dei più piccini.

In generale, il piano di trattamento successivo dipenderà dalla valutazione del risultato del trattamento intercettivo e dalle esigenze specifiche del paziente per garantire un risultato ottimale a lungo termine.

In conclusione, l’odontoiatria intercettiva rappresenta un approccio preventivo e proattivo alla cura dentale dei bambini, mirato ad identificare e trattare precocemente eventuali problemi ortodontici e scheletrici. Investire nella diagnosi precoce e nella gestione tempestiva di queste condizioni può migliorare significativamente la qualità della vita dei bambini, garantendo loro un corretto sviluppo scheletrico ed una salute dentale ottimale nel lungo periodo, anche quando sarà conclusa la loro crescita.