Agenesia dentale.

Gentili pazienti bentrovati.

Molto spesso mamme di nostri piccoli pazienti ci chiedono, preoccupate, se ci sia il pericolo che non crescano i denti permanenti, quando passa un tot di tempo dalla caduta dei denti da latte.

Nel caso in cui verificasse questa situazione si tratterebbe di agenesia dentale…ma spieghiamoci meglio…

Nel contesto odontoiatrico, il termine agenesia dentale, sta ad indicare l’assenza congenita di uno o più elementi dentali.

 

Si tratta di una vera e propria patologia che colpisce il follicolo dentale, cioè “l’embrione” in cui dovrà svilupparsi l’elemento dentale il quale, per diversi motivi non potrà generarsi.

Tra le principali cause ricordiamo:

  • Problemi esterni: traumi, cadute, infezioni o problemi nutrizionali;
  • Problemi interni: tra questi abbiamo sia fattori genetici sia, ad esempio, problemi di diossine.

 

Esistono diversi tipi di agenesie e possiamo principalmente dividerle in 3 grandi gruppi: agenesia totale da un lato, agenesia multipla e agenesia parziale dall’altro.

Nel primo caso si tratta di una patologia genetica (detta anche agenodonzia) che consiste nella totale assenza della dentatura permanente. La sua manifestazione è davvero rarissima, sono pochissimi i casi in cui si presenta. L’agenesia multipla è, invece, riferita ai casi di assenza di più di 6 elementi dentali.

Discorso diverso, invece, va fatto per le agenesie parziali: patologie sicuramente più diffuse e che coinvolgono solitamente i terzi molari e/o i secondi premolari superiori, seguita da quella degli incisivi laterali e secondi premolari superiori.

In questi casi, essendo questi denti molto visibili, l’agenesia potrebbe avere anche effetti sulla vita dell’individuo colpito, generando malessere a livello psico-sociale.

Altre conseguenze negative di tale patologia sono il fatto che può compromettere l’aspetto occlusale (portando quindi a problemi masticatori e mandibolari), avrà conseguenze negative in riferimento alla fonazione e dal punto di vista dell’affollamento dentale: i denti vicini a quelli mancanti avranno la tendenza a storcersi e spostarsi, occupando il posto dell’elemento mancante.

 

 

Ricapitolando le cause e i fattori di rischio che possono dare origine a tale disturbo abbiamo:

  • Familiarità della patologia (fattori ereditari),
  • Trattamenti farmaceutici o medici gravi (ad esempio chemioterapia),
  • Fattori genetici legati ad alterazioni genomiche (ad esempio come accade nei casi di Sindrome di Down),
  • Alcune malattie somatiche, come sifilide o scarlattina,
  • Disturbi alimentari legati soprattutto a situazioni di malnutrizione,
  • Alcuni disturbi ormonali,
  • Eventi traumatici degli elementi dentali o distruzione del germe dentale a seguito di traumi,
  • Mancata formazione del germe dentale durante la fase di sviluppo del bambino,
  • Malattie che alterano il metabolismo del calcio.

 

 

Nel caso in cui si fosse affetti da agenesia dentale quali possono essere le soluzioni?

 

Una volta compreso di che tipo di patologia si tratti, analizziamo le possibili soluzioni da porre in essere per affrontare questo problema.

Prima di tutto sarà fondamentale sottoporsi ad una visita specialistica presso il vostro odontoiatra di fiducia, sia per escludere che si tratti di un elemento dentale incluso (su questo discorso torneremo) sia per effettuare una radiografia, la quale ci permetterà di conoscere la situazione generale della nostra bocca e decidere come poi intervenire sul problema specifico.

Quindi: primo step sarà quello di assicurarsi, in maniera certa, che il dente manchi. Come accennavo poc’anzi è importante fare una distinzione tra agenesia ed elemento incluso. Nel primo caso il dente in questione manca totalmente, non esiste; mentre nel caso di elemento incluso si intende una patologia del cavo orale per cui il dente c’è ma può capitare che non emerga per diversi motivi (inclusione ossea e/o mancanza di spazio per erompere e quindi rimane bloccato nell’osso mascellare). Distinguere di quale situazione si tratti è fondamentale per capire in che direzione incanalare le pratiche per risolvere la patologia in questione.

Per cui il vostro odontoiatra effettuerà un controllo e saprà indirizzarvi verso gli opportuni esami ed accertamenti.  Sicuramente l’esame principale che verrà immediatamente effettuato sarà una radiografia, attraverso la quale si procederà con la valutazione della struttura mascellare, dell’eventuale affollamento degli elementi dentali e poi deciderà come procedere.

I metodi e le pratiche per risolvere i casi di agenesia dentale sono molteplici e, a seguito di esami preliminari, il vostro odontoiatra di fiducia vi indirizzerà verso la scelta migliore per il vostro caso.

In generale possiamo dire che per rimediare all’assenza di uno o più elementi dentali (quindi in caso di agenesia parziale) le possibili soluzioni potrebbero essere:

  • Terapia ortodontica volta a chiudere lo spazio lasciato dal dente mancante,
  • Chiusura dello spazio tramite un ausilio protesico,
  • Inserimento di un impianto endosseo nella sede in cui manca l’elemento dentale.

 

Vediamo più nelle specifico questi possibili rimedi…

 

La terapia ortodontica è fondamentale quando si parla di agenesie.

Possiamo distinguere in due tipi principali di terapia ortodontica volta risolvere tale problema congenito: terapia ortodontica fine a se stessa o propedeutica agli altri rimedi elencati poco più su. L’odontoiatra opterà per tale scelta quando reputerà idoneo il trattamento ortodontico (scegliendo quindi di omettere il trattamento protesico o implantare) per recuperare il fisiologico allineamento degli elementi dentali in arcata, soprattutto nei casi in cui i denti presenti siano soggetti ad affollamento, in questo unico caso la terapia ortodontica sarà fine a se stessa e non propedeutica agli altri rimedi.

Oltre alle finalità della terapia ortodontica possiamo sottolineare come essa agisca principalmente in tre direzioni:

  1. Volta a riaprire completamente lo spazio dove è presente l’agenesia,
  2. In altri casi sarà necessario chiuderlo totalmente,
  3. Correggere gli assi degli elementi dentali adiacenti per creare lo spazio adatto al posizionamento implantare, soprattutto in caso di denti che mostrino inclinazioni o tendenza allo spostamento.

 

Tutto ciò verrà valutato dal vostro odontoiatra di fiducia attraverso esami encefalometrici e radiografici.

 

Cogliamo l’occasione per ricordare come a seguito del trattamento ortodontico sarà fondamentale e necessario mantenere le mascherine di contenzione per mantenere i risultati ottenuti e per abituare la nostra bocca alla nuova condizione raggiunta.

La chiusura dello spazio attraverso l’utilizzo di una protesi solitamente è sovrapponibile ai casi in cui si dovesse verificare la perdita di un dente (ad esempio a seguito di un trauma o per via dell’età). In questo caso l’ausilio protesico sostituirà sia dal punto di vista funzionale, sia da quello estetico l’elemento mancante.
L’intervento di implantologia prevede l’inserimento di una vite endossea nello spazio lasciato vuoto dall’elemento dentale mancante e la successiva applicazione di una corona fissa. Tale terapia risulta essere molto efficace, ma sottolineiamo come sia importante effettuare un’attenta analisi dello stato di salute parodontale, delle condizioni dei denti adiacenti, dell’età del paziente, del tipo di agenesia, dell’area disponibile per l’inserimento dell’impianto prima di procedere con l’intervento di implantologia.

Ricordiamo inoltre come quest’ultimo rimedio per colmare la mancanza dell’elemento dentale non potrà essere effettuato sui più piccoli: bambini o adolescenti, essendo ancora in fase di sviluppo, non potranno sottoporsi ad interventi di implantologia.

Nel caso in cui il dente mancante fosse un premolare, il vostro odontoiatra cercherà di preservare il più possibile il dente da latte, per far sì che duri più tempo possibile e per mantenere lo spazio tra dente e dente (evitando quindi che anche gli altri elementi si spostino e per conservare cioè lo spazio necessario per poi poter installare in futuro e con le giuste condizioni del cavo orale un impianto endosseo)

 

 

 

 

Agenesie dentali dei più piccoli…

La patologia di agenesia può riguardare anche i bambini, e quindi può riguardare anche la dentizione decidua (cioè potranno non essere presenti in arcata uno o più denti decidui). In questo caso l’odontoiatra dovrà effettuare un accurato monitoraggio della situazione per comprendere se risulti necessario intervenire o se attendere l’eruzione dell’elemento permanente.

Sui più piccoli i denti maggiormente colpiti da agenesia sono gli incisivi laterali, senza distinzione tra maschietti e femminucce. Il periodo d’età in cui vengono solitamente diagnosticate le agenesie dentali dei denti da latte è tra i 6 e i 10 anni, cioè nel momento in cui i denti decidui faticano a cadere mancando lo stimolo di eruzione di quelli permanenti o cadono ma non vengono sostituiti da quelli permanenti.

 

 

Per avere un quadro completo e per mantenere la situazione sotto controllo risulta importante effettuare visite di controllo, a partire dai 2/3 anni, per far sì che il vostro bambino si abitui alla figura del dentista e perché il vostro odontoiatra di fiducia abbia modo di controllare il corretto sviluppo della dentatura del vostro bambino

 

 

Per concludere…

L’assenza di uno o più elementi dentali risulta essere, ad oggi, una delle anomalie maggiormente diffuse, riscontrabili in moltissimi casi.  Tale patologia non ha solo effetti dal punto di vista odontoiatrico, ma coinvolge anche altri aspetti: estetico, funzionale e psicologico del paziente che ne è affetto.

Tale alterazione congenita risulta essere oggi conosciuta e vi sono, a disposizione dei professionisti, molti approcci terapeutici diversi, in base al quadro clinico. In caso di dubbi o per ricevere un parere professionale non esitate a contattarci, siamo a vostra disposizione.

 

Lo sapevi che?

L’agenesia (per ragioni tutt’ora ignote) colpisce più frequentemente le donne rispetto agli uomini, soprattutto nel caso della dentizione permanente. Altra caratteristica è il fatto che solitamente è bilaterale, cioè coinvolge entrambi i lati della bocca!

 

 

 

 

Al prossimo articolo!