Gentili pazienti rieccoci.
L’importanza della vitamina D per la salute dei nostri denti è stata più volte sottolineata dalla comunità scientifica. Proprio per il suo ruolo centrale nella salute parodontale, da più parti si sta suggerendo di valutarne i livelli ematici per completare le informazioni anamnestiche del paziente.
La sua principale funzione è quella di regolare attivamente il metabolismo del calcio. La vitamina D, infatti, agisce come un ormone: influenzando il processo intestinale per quanto riguarda l’assorbimento di calcio e fosforo. In questo modo mostra effetti sull’attività del sistema immunitario, controlla i possibili stati infiammatori e favorisce la regolazione minerale ossea.
Tra le altre funzioni riconosciute della vitamina D ricordiamo:
- Funzioni immunomodulatorie
- Azione antinfiammatoria
- Attività antiossidanti
- Attività antifibrotiche.
Sole, vitamina D e sua assunzione.
In che modo l’esposizione ai raggi solari favorisce l’acquisizione di vitamina D?
I recettori della di vitamina D sono presenti in varie cellule all’interno del nostro organismo (linfociti T e B, macrofagi, pancreas in particolare nelle isole di Langerhans, neuroni, muscoli, ecc.). Tra queste cellule vi sono anche quelle che formano l’epidermide, per questo l’esposizione della pelle ai raggi solari ne consente l’assorbimento. Ricordiamo che tale molecola può essere assimilata solo tramite l’azione effettuata dall’esposizione ai raggi solari o attraverso l’alimentazione. Quando la vitamina D viene assunta attraverso gli alimenti ingeriti essa viene assorbita a livello intestinale e poi inizia il suo viaggio attraverso il sistema linfatico e in quello sanguigno. Successivamente essa risulta immagazzinata in diversi tessuti, tra cui quello adiposo e nel fegato.
Attività biologiche e conseguenze di una carenza di vitamina D.
La vitamina D svolge importanti funzioni all’interno dei vari distretti corporei:
- A livello intestinale favorisce il corretto assorbimento di calcio e fosforo (aumentandone i livelli ematici)
- Risulta coinvolta nella regolazione della pressione arteriosa
- A livello renale promuove l’escrezione di sodio
- A livello osseo aumenta la quantità di osteoclasti
- Modula il sistema immunitario.
Una condizione di deficit di tale vitamina causerà molteplici conseguenze sistemiche. Prima fra tutte un inadeguato assorbimento di calcio e fosforo: un fattore che compromette la salute ossea creando uno stato, a livello di matrice ossea, di demineralizzazione. In secondo luogo, casi di malassorbimento di tale vitamina possono favorire l’insorgenza di diverse sindromi: celiachia, fibrosi cistica, morbo di Crohn, malattia di Whipple,ecc.
Tra le cause che possono concorrere ad uno stato di ipovitaminosi ricordiamo:
- Alimentazione
- Insufficiente esposizione ai raggi solari
- Farmaci (come ad esempio alcuni antibiotici, antiepilettici, terapie per ridurre i livelli di colesterolo, ecc.).
Vitamina D e salute orale.
In base ai recenti studi condotti in materia è emerso chiaramente come il ruolo della vitamina D sia centrale per il benessere di denti e gengive. Gli approfondimenti clinici hanno dimostrato la correlazione esistente tra tale vitamina e la salute parodontale. In particolare è emerso che livelli normali di questa riducono il rischio di malattia parodontale, contrastano l’azione batterica del Porphyromonas Gingivalis, favoriscono il metabolismo osseo (riducendone l’assorbimento), stimolano la rigenerazione cellulare dell’epitelio gengivale e riducono il rischio di osteonecrosi dei mascellari anche nei soggetti in cura con i bifosfonati (controbilanciandone gli effetti negativi). Nel caso in cui vi sia una quantità insufficiente di vitamina D sarà importante integrarla, soprattutto nei seguenti casi:
- Donne in menopausa (per prevenire l’osteoporosi e per migliorare la situazione orale),
- Nei soggetti affetti da malattia parodontale, in quanto la supplementazione di vitamina D potrebbe avere effetti positivi su diversi paramentri clinici (sanguinamento gengivale, perdita di attacco parodontale, infiammazione gengivale) e migliorando gli esiti della terapia parodontale (sia chirurgica che non).
- Durante la gravidanza, l’adeguata assunzione di vitamina D potrà ridurre fino al 50% il rischio di difetti dello smalto dentale del bambino. (È stato dimostrato come una carenza di vitamina D nella mamma può essere trasferita al neonato esponendolo ad un rischio maggiore di soffrire di carie).
- L’adegua esposizione alla luce solare influenza le percentuali di rischio di tumore al seno, alla prostata ed al colon (ponendo in relazione la potenziale capacità di tale vitamina di inibire la rapida crescita delle cellule cancerogene).
Vitamina D e denti…
Solitamente, le macchie sui denti vengono associate a molteplici cause: scarsa igiene orale, non effettuare sedute d’igiene orale professionale regolarmente, fumo, assunzione di bevande e cibi che possono causare discromie e macchie (come ad esempio caffè, vino, the, soia,ecc. ). Oltre a queste concause, però, esiste una correlazione diretta con l’ipovitaminosi D (cioè con una carenza di tale vitamina). Nel caso in cui vi sia il dubbio che tali discromie derivino da tale deficit sarà opportuno approfondire il caso è procedere, ove necessario, all’integrazione di tale pro-ormone. Una volta assodato che tali macchie siano dovute ad una carenza di vitamina D ci si troverà di fronte ad uno stato di demineralizzazione dello smalto dentale, che può interessare sia gli adulti che i bambini. Tale situazione avrà conseguenze più o meno gravi sulla salute dei nostri denti (sia da un punto di vista estetico, sia funzionale). Uno stato di ipomineralizzazione dello smalto dentale risulta essere un difetto della superficie dentale (appunto dello smalto). Tale condizione favorirà la presenza di macchie (solitamente gialle/marroni e porose) e se non trattata favorirà l’insorgenza di lesioni cariose, ipersensibilità dentale, sanguinamenti ed irritazioni gengivali fini ad arrivare alla malattia parodontale. In altre parole, la costante perdita di calcio e fosforo legata ad una carenza di vitamina D esporrà gli elementi dentali ad un lento “sgretolamento” che ne comprometterà lo stato di salute. Esistono poi alcune concause che possono peggiorarne il decorso, come l’assunzione di alcuni farmaci antibiotici.
Conclusioni…
Durante il corso della nostra vita, partendo dalla fase neonatale attraverso la mamma, è fondamentale assumere la corretta quantità di vitamina D. Ciò sarà possibile tramite la regolare esposizione solare (ricordando di utilizzare protezioni solari adeguate), attraverso l’alimentazione e con l’assunzione di integratori.
Un suo corretto apporto avrà diversi benefici per il nostro benessere e per quello di denti e gengive (migliorerà il sistema immunitario, lo sviluppo dentale, favorirà la formazione di smalto e dentina sani, influenzerà i componenti salivari, la salute parodontale, ecc.). Dal punto di vista odontoiatrico la conferma dell’importanza e del ruolo della vitamina D per la salute orale dovrà essere tenuta a mente dall’odontoiatra, il quale in molti casi potrà voler approfondire i livelli sistemici di vitamina D del paziente. La presenza di macchie sui denti (a qualsiasi età: da bambini fino alle persone più anziane) potrà essere un campanello d’allarme per indagare ed approfondire l’eventuale correlazione tra tale condizione e la carenza di vitamina D. Nel caso in cui si verificasse uno stato di ipovitaminosi D (previo parere e conferma del medico specialista) potranno rendersi necessarie eventuali integrazioni per raggiungere un’assunzione adeguata di questo indispensabile elemento.
Lo sapevi che?
Col termine vitamina D2 viene indicata la vitamina D di derivazione vegetale, mentre la D3 (colecalciferolo) rappresenta la forma di derivazione da alimenti di origine animale.