Gentili pazienti rieccoci.
Questa settimana si parlerà di sensibilità dentale e di come la prevenzione sia necessaria per evitarne l’insorgenza ed il peggioramento. Avere i “denti sensibili” è una condizione tanto diffusa quanto fastidiosa: essa può causare dolore ed influenzare il benessere del paziente che ne soffre.
Cos’è la sensibilità dentale?
Essa è una risposta dolorosa ad uno stimolo esterno che entra in contatto con la dentina esposta. Solitamente si manifesta quando si mangiano o si beveno sostanze molto fredde, molto calde o estremamente zuccherine. Come accennato poco più su, la sensibilità dentinale risulta essere estremamente diffusa: colpisce circa il 50% della popolazione italiana ed in particolare le donne.
Quali sono le principali cause della sensibilità dentale?
Tra i fattori eziologici che stanno all’origine di tale disturbo ricordiamo:
- Recessioni gengivali
- Carie
- Demineralizzazione dello smalto dentale
- Malattia parodontale
- Erosioni
- Abrasioni
- Traumi
- Alimentazione
- Bruxismo
- Scarsa igiene orale
- Disturbi gastrointestinali (reflusso gastroesofageo).
La sensibilità dentinale può essere determinata da uno o più dei fattori elencati.
Le recessioni gengivali, cioè lo spostamento della gengiva verso l’apice del dente e la conseguente maggiore esposizione del cemento radicolare e/o della dentina, se in presenza di erosioni cervicali, risulta una delle più diffuse cause di sensibilità dentale. Discorso analogo vale per i soggetti affetti da parodontite: la patologia causa una perdita di tessuto parodontale, esponendo quelle parti dell’elemento dentale che, in assenza di malattia, resterebbero coperte e protette dalla gengiva. In altre parole si verifica una condizione particolare in cui il colletto dei denti (la zona tra radice e corona) risulta scoperto e non più protetto dalla gengiva. Tutto ciò causa l’esposizione della dentina dei colletti dentali, in cui sono presenti i tubuli sensibili agli stimoli (come il caldo o il freddo o la pressione) e responsabili, attraverso la trasmissione dei nervi pulpari, della sensazione di dolore.
Inoltre, alcuni trattamenti (chirurgici e non) attuati per la cura parodontale potrebbero comportare temporaneamente un aumento di sensibilità.
A tal proposito è necessario fare una precisazione, cioè che la sensibilità dentale può essere:
- Temporanea, avere cioè una durata limitata nel tempo (come appunto a seguito di un intervento parodontale, successiva ad un trattamento di sbiancamento dentale professionale o legata alla presenza di una carie fino a quando non verrà curata)
- Duratura (cioè che persiste, come avviene nel caso della parodontite o delle recessioni gengivali).
L’obiettivo dell’odontoiatra sarà in primis ridurre il dolore ed il fastidio causato dalla sensibilità ed in secondo luogo proteggere il più possibile l’elemento dentale dal rischio di sviluppo di lesioni cariose per via della dentina maggiormente esposta.
Essa risulta infatti più delicata e, di conseguenza, aumentano i rischi di subire un attacco da parte degli agenti patogeni e batteri responsabili dello sviluppo di carie. Un altro aspetto da tenere a mente e a cui prestare attenzione è l’idratazione! Come sappiamo una condizione di xerostomia (e quindi di scarsa salivazione) favorirà processi infiammatori e d’insorgenza carie, quindi sarà ancora più importante mantenere adeguatamente idratata la bocca in una condizione che già di per sé favorisce tali disturbi. Oltre a bere adeguate quantità d’acqua, nella quotidianità sarà consigliato prestare attenzione alle tecniche di spazzolamento (che non dovrà essere effettuato con movimenti orizzontali né con troppa forza , in quanto aumenterebbe la recessione gengivale) e l’utilizzo di specifici prodotti. In particolare di mousse, dentifrici e collutori che agiscano da desensibilizzanti e che rinforzino lo smalto dentale. Studi scientifici condotti sul tema hanno evidenziato come alcune sostanze (per le loro proprietà chimiche) siano estremamente utili nel processo di remineralizzazione, garantendo una protezione dell’elemento dentale (sia dalla sensibilità, sia dall’attacco di batteri).
Tra questi ricordiamo: idrossiapatite, fluoro, calcio, magnesio, stronzio, fosfato, potassio, citrato e carbonato.
In base ai test clinici effettuati ognuno di questi elementi mostra particolari proprietà fondamentali per ridurre i disturbi correlati alle recessioni gengivali e ad uno stato di sensibilità dentale. Nelle situazioni in cui l’utilizzo di apposite sostanze e la cura dell’igiene orale non siano sufficienti, potrà rendersi necessario un piano terapeutico specifico.
Per risolvere il problema dell’elevata sensibilità, il professionista della salute orale valuterà se:
- Applicare particolari compositi in grado di sigillare i tubuli dentinali
- Nei casi estremi (in cui non è sufficiente l’utilizzo di remineralizzanti o di resine fluorate per proteggere l’elemento dentale) se procedere con la terapia canalare (cioè con la devitalizzazione dell’elemento dentale).
- Nei casi in cui, invece, la sensibilità risulta legata alle recessioni gengivali, sarà possibile valutare un intervento di chirurgia gengivale (ricreando una copertura gengivale della radice e del colletto, proteggendo maggiormente l’elemento dentale).
Riassumiamo…
I vari tipi di cure per ridurre e risolvere i problemi legati alla sensibilità dentale sono:
- Utilizzo di mousse remineralizzanti
- Sigillatura, applicazione di lacche fluorate
- Chirurgia parodontale (ove possibile e necessaria una ricopertura gengivale)
- Chiusura delle usure cervicali con otturazioni in composito
- In estrema ratio, quando nessuna delle terapie precedenti risulta sufficiente, la devitalizzazione dell’elemento dentale.
Come spesso ricordiamo la prevenzione è l’arma vincente per mantenere in salute il cavo orale e l’intero organismo. Regolari controlli odontoiatrici, sedute d’igiene orale professionale e la cura domiciliare dell’igiene saranno preziosi alleati della salute orale. Per completare la sinergia preventiva, sarà utile utilizzare prodotti pensati ad hoc per ridurre i problemi ed i disturbi della sensibilità dentale legati alle recessioni gengivali, alle erosioni, abrasioni ed alla malattia parodontale.