IL NOSTRO STUDIO NON UTILIZZA AMALGAMA DAL LONTANO 1994!
Gli amalgami, usati da oltre un secolo e mezzo per otturare le cavità dei denti cariati, sono composti da mercurio e da polveri di argento, rame, stagno e zinco.
Un tempo il dentista miscelava personalmente in un mortaio le polveri metalliche e il mercurio; il termine popolare “impiombatura” alludeva all’aspetto pesante e grigio dell’amalgama così ottenuto. Al giorno d’oggi, i miscelatori automatici hanno reso più moderno il metodo di preparazione, ma sostanzialmente la composizione dell’amalgama è pressoché identica!
Se attualmente molti dentisti preferiscono usare resine composite, lo fanno nella maggioranza dei casi per evidenti ragioni estetiche, visto che il sorriso grigio dei denti coperti di amalgama non è dei più seducenti. Con tutto ciò, l’amalgama resta un materiale di otturazione facile da usare e con buona resistenza meccanica nel tempo.
Dato che di recente sono migliorate le qualità di resistenza e di stabilità dei compositi, e anche in considerazione della richiesta sempre più insistente di otturazioni estetiche, molti dentisti tendono progressivamente a ridurre l’uso degli amalgami.
Poco tempo dopo la comparsa degli amalgami dentistici, verso la metà dell’Ottocento, esplosero le polemiche sulla tossicità di quelle miscele di metalli. La polemica fu rilanciata nel 1920 dal dottor Alfred Stock, un farmacista tedesco, che presentò alla comunità scientifica e medica dell’epoca una trentina di pubblicazioni, nelle quali richiamava l’attenzione sulle fughe di mercurio dagli amalgami dentistici.
Si riparlò di effetti tossici del mercurio solo nell’epidemia di Minamata. Tra il 1953 e il 1960, numerosi abitanti di questa città giapponese furono colpiti da una malattia particolare: soffrivano di disturbi della parola, dell’udito, della vista e di squilibri mentali accompagnati da debolezza generale e tremori. I disturbi neurologici e respiratori potevano evolvere rapidamente verso la morte.
Dopo accurate indagini si capì che responsabile dell’epidemia era l’inquinamento del mare, contaminato da mercurio di origine industriale: il metilmercurio, corrispondente alla forma metilata del mercurio, più tossica di quest’ultimo, era dunque entrato in diversi anelli della catena alimentare.
Stessa sorte colpì anche parte della popolazione irachena, perché il metilmercurio era stato impiegato per trattare il frumento importato dal Messico.
Ciò permise di scoprire che il mercurio, sotto forma di metilmercurio, nelle donne gravide attraversa la placenta e raggiunge il feto, può essere assorbito attraverso la pelle e le vie respiratorie, ma soprattutto attraverso l’apparato digerente (90%). Può distribuirsi in molti organi, in particolare i reni, i polmoni, il fegato, il cuore e il cervello. L’escrezione è lenta e si compie attraverso le materie fecali, l’urina e i capelli. L’escrezione può durare anche 200 giorni e più!
A questo punto le domande che oggi ci poniamo sono essenzialmente due:
1- e se la fuga di mercurio dai nostri amalgami fosse la regola?
2- e se sì, queste microdosi di mercurio sarebbero sufficienti a provocare malattia?
Ci sono colleghi come il Dr. Hal Huggins, dentista a Colorado Springs in Colorado, estremamente convinti della pericolosità di questo materiale, altri (purtroppo la maggioranza) non prendono neppure in considerazione l’argomento, ridicolizzando la problematica.
Se andiamo a cercare su MEDLINEla bibliografia internazionale ci accorgeremo che (come spesso accade) esistono due schieramenti, con tanto di statistiche di supporto. Credo che li miglior modo per farsi un’idea sia quello di valutare le prove di vitalità cellulare (vedi fig.): l’amalgama non mi sembra si collochi molto bene!! Meglio solo del nichel puro che, cose tutti sanno, è un metallo estremamente tossico.
In alto nella figura vediamo invece le leghe nobili, con un comportamento rispetto alla vitalità cellulare completamente diverso.
Una delle indagini più interessanti riguarda l’analisi del tenore (cioè la percentuale) di mercurio presente negli amalgami introdotti in bocca da dieci o quindici anni. Logica vorrebbe che si ritrovasse quel 50% di mercurio in essi contenuto al momento della posa dell’otturazione, visto che si suppone che il mercurio, una volta mescolato con la polvere d’argento, sia totalmente e definitivamente stabilizzato. Le cose non vanno affatto così: alcuni amalgami contengono il 30 o il 40% di mercurio, altri dal 25 al 30, mentre certe otturazioni vecchie di una ventina d’anni ne possiedono meno del 10%!! In altre parole, queste cifre dimostrano che con l’andar degli anni il mercurio è fuoruscito dagli amalgami.
Ecco quindi farsi avanti l’importanza delle correnti endorali i diversi metalli che compongono gli amalgami (mercurio, argento, rame, stagno e zinco, come abbiamo già osservato) si combinano con la saliva per formare i primi componenti di una vera e propria pila elettrica. I sali di sodio e di potassio contenuti nella saliva formano la seconda condizione necessaria alla comparsa di correnti elettriche. Se la saliva è acida, come succede di frequente, viste le abitudini alimentari contemporanee, le correnti sono ancora più intense. Se, oltre alle otturazioni con amalgami, un paziente ha in bocca denti d’oro o protesi metalliche in lega di nichel-cromo, questi potenziali aumentano ancora in modo considerevole e sono accompagnati da potenti movimenti ionici.
In poche parole: nella bocca incominciano a spostarsi piccole particelle metalliche che in seguito, passando nel sangue, vanno a depositarsi in altre zone della bocca ed in altri organi del corpo. Questo spiega la presenza di certe colorazioni grigiastre (tatuaggi da amalgama) della gengiva vicino agli amalgami o a corone d’oro (l’altro polo della pila!), o il cambiamento di colore di un dente d’oro posto in una bocca che ospita amalgami.
Se penso che particelle di mercurio o di metalli possano circolare nei miei organi non sono sicuramente molto sereno; quando poi si sa che certi microrganismi che si trovano di frequente nella cavità orale (Streptococcus mutans e Candida albicans) hanno la capacità di metilare il mercurio (cioè di trasformarlo in metilmercurio), inizio a pensare che le otturazioni metalliche possano far sorgere qualche problema…
La domanda che sicuramente a questo punto vi sarà venuta in mente è:
Ma se il problema è abbastanza soggettivo, esiste un test efficace per sapere la tolleranza o meno all’amalgama, ai metalli delle leghe odontoiatriche e soprattutto se nella nostra bocca è presente o meno un preoccupante flusso ionico?
Un gusto metallico in bocca, così come la sensazione di una corrente elettrica che percorre i tessuti orali, debbono destare l’attenzione dei pazienti e dei medici. Una stanchezza generale inspiegabile e refrattaria a tutte le terapie può avere origine nell’intossicazione da mercurio. Una persona allergica a una quantità impressionante di sostanze o che soffra di dolori di testa senza spiegazione logica, può trarre conforto ai suoi problemi dall’eliminazione degli amalgami. Certi disturbi digestivi resistenti a ogni trattamento, comprese le tecniche di rilassamento e le psicoterapie, sono generati a volte da una sensibilità al mercurio fissatosi negli organi digerenti. Mi permetto però di sottolineare il fatto che la rimozione delle otturazioni in amalgama in questi casi deve essere spiegata al paziente come un tentativo, e non come la panacea di tutti i suoi mali (viva il consenso informato e consapevole!)
QUANTO ALLA DIAGNOSI DELLA SENSIBILITÀ AL MERCURIO, NESSUN TEST È SUFFICIENTE DA SOLO PER PROVARE LA RESPONSABILITÀ DELLE OTTURAZIONI DENTARIE NELL’ORIGINE DELLE MALATTIE. Oltre alle analisi del sangue, l’esame dei capelli rivela l’eventuale presenza di mercurio nell’organismo, mentre l’analisi delle urine fornisce il tasso di escrezione del mercurio per via renale; vi sono poi molte altre analisi che contribuiscono a confermare la responsabilità del mercurio nei disturbi o nelle malattie.
Una decina di anni fa, il dottor Huggins intuì che le correnti elettriche generate dalle otturazioni dentarie metalliche non erano le stesse per ogni dente. L’esperienza clinica dimostrò che in genere i pazienti che soffrivano di malattie gravi e presentavano correnti elettriche fortemente elettronegative su uno o più denti portatori di amalgama erano sensibili agli amalgami ed erano intossicati dal mercurio o da uno degli altri elementi che componevano l ‘otturazione.
Precisiamo che il rischio di sensibilità al mercurio e all’insieme dei metalli collocati nei o sui denti aumenta se nella stessa bocca si trovano mescolate varie otturazioni metalliche. Questo fenomeno si osserva quando una o più corone in oro fronteggiano denti otturati con amalgama: in questo caso, più la saliva è acida, più la corrente rischia di essere elevata, fino al punto da poter essere percepita dal paziente (provate, se avete delle otturazioni in amalgama, a masticare sulle stesse un pezzetto di foglio di alluminio per cibi: sentirete che scossa e che sapore di metallo!).
Le correnti elettriche, ossia il galvanismo orale, favoriscono la comparsa di gengiviti (infiammazioni delle gengive), nonché la proliferazione di microrganismi nocivi alla salute della bocca e dei denti e al buon funzionamento dellxapparato digerente.
In bocca, per esempio, si installano candidosi (o micosi) orali, che ricoprono anche la lingua di una specie di cappa bianca di cui è difficile liberarsi. La Candida albicans, germe microbiologico responsabile di questa affezione, raggiunge facilmente la mucosa dello stomaco e può provocare dolori gastrici, gonfiori e gas intestinali.
Il mercurio non è l’unico componente pericoloso degli amalgami (certi pazienti, infatti, sono disturbati maggiormente dal rame, dall’argento o dallo stagno).
Le allergie — il disturbo più comune del nostro tempo — danno origine a svariati problemi. Molte persone sono allergiche ai pollini, ai peli di animati e a molte altre cose, tuttavia i rischi per la salute derivanti dalle leghe utilizzate per le otturazioni, le corone ed altri restauri dentali, sono anch’essi da tenere in considerazione!