Gentili pazienti bentrovati.
Negli ultimi anni, la vitamina D ha attirato un crescente interesse per il suo impatto sulla salute complessiva, soprattutto per il mantenimento di ossa forti.
Essa è una vitamina liposolubile che svolge vari ruoli nel nostro corpo. La sua funzione principale è quella di regolare l’assorbimento di calcio e fosforo, due minerali essenziali per la salute delle ossa e dei denti. Senza una quantità adeguata di vitamina D, l’assorbimento di calcio risulta essere compromesso, con conseguenze su diverse patologie, come osteoporosi e disturbi dentali. Un recente studio italiano ha cercato di esaminare i meccanismi ormonali attraverso cui la vitamina D agisce, le sue fonti naturali, i complessi processi metabolici che ne permettono l’attivazione e le sue funzioni, in particolare nella prevenzione di malattie parodontali e nei trattamenti implantari. Lo scopo di questo approfondimento è stato quello di raccogliere ed analizzare le evidenze scientifiche riguardo al ruolo della vitamina D nella salute orale, concentrandosi soprattutto sulla sua influenza nella prevenzione delle malattie gengivali e nel successo delle terapie chirurgiche implantari. Gli autori hanno esaminato studi provenienti da diverse realtà internazionali, analizzando caratteristiche, funzioni ed applicazioni cliniche dell’assunzione di vitamina D in questi contesti.
Come sappiamo la vitamina D entra nell’organismo in due modi principali: attraverso la dieta, che copre circa il 20% del fabbisogno e grazie alla sintesi cutanea, stimolata dall’esposizione ai raggi solari ultravioletti, che fornisce l’80% restante. Esistono due forme principali di vitamina D: la D2 (ergocalciferolo), che proviene principalmente da fonti vegetali e la forma più attiva biologicamente D3 (colecalciferolo), che si trova soprattutto negli alimenti di origine ani
male e che viene prodotta dalla pelle quando esposta ai raggi solari.
La vitamina D e la malattia parodontale.
La parodontite, un’infezione delle gengive che può portare alla perdita dei denti, è spesso causata dall’accumulo di placca batterica. Grazie alle sue proprietà anti-infiammatorie, la vitamina D può giocare un ruolo fondamentale nella prevenzione di questa malattia, migliorando la salute gengivale e riducendo l’infiammazione. Numerosi studi hanno suggerito che livelli adeguati di vitamina D possano ridurre il rischio di parodontite, favorendo la resistenza del tessuto gengivale alle infezioni.
In base alle ricerche è emersa una correlazione diretta tra bassi livelli di vitamina D nel sangue e la severità della parodontite, suggerendo che tale vitamina possa proteggere l’organismo grazie alla sua capacità di modulare le risposte infiammatorie e di rinforzare le difese antimicrobiche. I ricercatori hanno osservato che tutti i pazienti con parodontite cronica presentavano livelli insufficienti di vitamina D e che la sua supplementazione è in grado di ridurre significativamente la carica batterica degli agenti patogeni.
La vitamina D contro la carie.
Studi scientifici hanno dimostrato che la vitamina D ha anche un effetto protettivo contro la carie dentale. La vitamina D stimola, infatti, la produzione di osteocalcina, una proteina che è fondamentale per la mineralizzazione dei denti, il processo che li rende resistenti alla carie. Inoltre, regola l’equilibrio del calcio nella saliva, proteggendo i denti dall’attacco degli acidi che potrebbero danneggiare lo smalto dentale.
Vitamina D, menopausa, variazioni ormonali e sistema immunitario.
Le donne in menopausa sono particolarmente vulnerabili alla carenza di vitamina D a causa dei cambiamenti ormonali, che influenzano la densità ossea e la salute dentale. La menopausa è associata ad una ridotta capacità di assorbire calcio e vitamina D (dovuta ad una riduzione degli estrogeni) aumentando il rischio di osteoporosi e perdita dentale. Ciò può comportare l’insorgenza di problemi dentali, come la parodontite e la carie. Pertanto, è importante che le donne in menopausa si assicurino di assumere adeguate quantità di vitamina D per supportare la salute delle ossa e dei denti soprattutto in questa fase della loro vita. Tale vitamina è cruciale per mantenere la densità ossea, poiché facilita l’assorbimento del calcio, elemento fondamentale per la salute delle ossa. Una carenza di vitamina D può indebolire le ossa, rendendole più fragili e vulnerabili a fratture. Le ossa mascellari, che supportano i denti, sono anch’esse influenzate dai livelli di tale vitamina: una sua carenza può ridurne la densità, portando ad un maggior rischio di mobilità dentale. La vitamina D inoltre supporta la normale funzionalità del sistema immunitario ed interviene a sostegno dei nostri anticorpi. La carenza di vitamina D ha quindi effetti diretti sulle difese immunitarie aumentando la predisposizione alle infezioni batteriche.
Vitamina D ed implantologia…
Nel campo implantologico, la vitamina D gioca un ruolo fondamentale nel processo di osteointegrazione, riducendo i rischi di fallimento e di perimplantite. Vari approfondimenti hanno dimostrato che un’adeguata assunzione di vitamina D migliora la percentuale di integrazione dell’impianto nell’osso, aumentando il successo degli impianti. Gli autori hanno sottolineato che il tasso di perdita implantare è significativamente più alto in presenza di grave carenza di vitamina D, soprattutto quando è accompagnata da fattori come il fumo e la malattia parodontale.
Implicazioni cliniche odontoiatriche.
Questo studio evidenzia l’importanza di monitorare i livelli di vitamina D nei pazienti che si sottopongono a trattamenti parodontali ed implantari. Livelli di vitamina D inferiori a 30 ng/mL sono associati ad un maggiore rischio di fallimento implantare e progressione delle malattie gengivali. Gli autori suggeriscono di portare i livelli di vitamina D a ≥30 ng/mL prima di iniziare trattamenti chirurgici, attraverso una supplementazione giornaliera di 1.000-2.000 UI per almeno tre mesi.
Come assumere la vitamina D: fonti alimentari ed integratori.
Garantirsi un’adeguata assunzione di vitamina D è essenziale per una salute ottimale. Molti non riescono a soddisfare i propri bisogni attraverso la sola dieta. Ecco le principali fonti di vitamina D:
- Esposizione al sole. La principale fonte di vitamina D è l’esposizione al sole. I raggi UVB stimolano la produzione di vitamina D nella pelle. Prima di esporsi al sole, ricordiamo però di proteggere la nostra pelle con apposite creme solari protettive.
- Alimentazione ricca di vitamina D. Alimenti come pesce grasso (salmone, sgombro, sardine), olio di fegato di pesce, fegato di manzo, uova, latte e funghi sono ottime fonti di vitamina D.
- Integratori di vitamina D. In caso di difficoltà a raggiungere i livelli desiderati tramite dieta e sole, gli integratori di vitamina D possono essere utili. La forma D3 (colecalciferolo) è la più efficace e meglio assorbita. Gli esperti consigliano, inoltre, l’assunzione associata di integratori d3 e k2 in quanto risulta in grado di favorire la densità minerale ossea.
Conclusioni
La vitamina D è essenziale per la salute orale, specialmente per le donne in menopausa. Mantenere livelli adeguati di questa vitamina aiuta a prevenire problemi dentali e supporta la salute delle ossa. Assicurarsi un buon apporto di vitamina D attraverso dieta, sole o integratori può migliorare notevolmente la salute orale e prevenire malattie come la carie e la parodontite.
La vitamina D, inoltre, rappresenta un elemento cruciale per il successo delle terapie odontoiatriche, sia in parodontologia che in implantologia.
Fonti:
- https://www.omegapharmasrl.com/evidenze-cliniche/urge-incontinence-attualita-in-ambito-epidemiologico-diagnosi-e-strategie-terapeutiche-copy/
- https://www.dentalcadmos.com/limportanza-della-vitamina-d-in-odontoiatria-rassegna-della-letteratura/