Gentili pazienti bentrovati. Lo scopo dell’articolo di questa settimana è quello di sensibilizzare i lettori su un particolare argomento: l’antibiotico resistenza.
Con tale termine viene designata una delle sfide sanitarie globali più gravi del nostro tempo, con implicazioni che riguardano la salute umana, l’ambiente e l’alimentazione. In particolare, l’odontoiatria rappresenta un settore in cui l’uso di questi farmaci è, in determinati casi, necessario e la resistenza agli antibiotici sta emergendo come un problema sempre più significativo. In questo articolo, esploreremo i principali aspetti dell’antibiotico-resistenza, con un focus sull’odontoiatria, sull’uso massiccio di antibiotici negli allevamenti animali (che ha un impatto diretto sull’alimentazione e sulla salute umana) e sull’influenza del loro impiego in agricoltura.
Cos’è l’antibiotico resistenza?
L’antibiotico resistenza si verifica quando i batteri sviluppano la capacità di resistere all’azione degli antibiotici, medicinali che normalmente li distruggerebbero o ne inibirebbero la crescita. Questo fenomeno è il risultato di mutazioni genetiche dei batteri che li rendono immuni agli effetti di tali farmaci. La resistenza agli antibiotici può rendere infezioni comuni più difficili da trattare, aumentando il rischio di complicazioni, inefficacia della cura specifica ed un aumento delle ospedalizzazioni. Le cause dell’antibiotico resistenza sono molteplici. Una delle principali è l’uso eccessivo o inappropriato di antibiotici, che favorisce lo sviluppo di ceppi batterici resistenti. Il loro uso non mirato in ambito sanitario, come la prescrizione per infezioni virali o per infezioni lievi che non richiederebbero un trattamento antibiotico, ha contribuito enormemente alla diffusione di batteri resistenti. Inoltre, l’automedicazione e il non completamento dei cicli di trattamento antibiotico (fenomeni, purtroppo, molto comuni in molte parti del mondo), ne accelerano ed aumentano la resistenza. La possibilità che batteri resistenti a più antibiotici si diffondano è un rischio concreto ed è una minaccia che mette in discussione l’efficacia dei trattamenti esistenti.
L’impatto dell’antibiotico resistenza in odontoiatria.
L’odontoiatria è uno dei settori in cui gli antibiotici sono utilizzati frequentemente. In particolare, questi vengono prescritti per trattare o prevenire infezioni batteriche che possono insorgere dopo interventi chirurgici, estrazioni dentarie, trattamenti canalari o altre procedure invasive. La prevenzione di infezioni post-operatorie è una delle principali indicazioni per l’uso di antibiotici in odontoiatria. Tuttavia, l’uso di antibiotici non è sempre giustificato e, in molti casi, potrebbe essere evitato. Ciò che è certo è che senza la prescrizione del medico odontoiatra non andrebbero mai presi.
In molti casi gli odontoiatri prescrivono antibiotici per prevenire infezioni in pazienti con condizioni mediche preesistenti, come le malattie cardiache, o per gestire infezioni orali acute come ascessi dentali. Queste infezioni possono giustificare l’uso di antibiotici in alcune situazioni e non rappresentano un loro uso eccessivo che possa contribuire allo sviluppo di batteri resistenti.
Studi recenti suggeriscono inoltre che un uso non razionale degli antibiotici in odontoiatria possa favorire la resistenza di batteri orali, che potrebbero successivamente acquisire resistenza anche agli antibiotici comunemente usati per il trattamento di altre infezioni. Gli antibiotici più frequentemente prescritti in odontoiatria (come la penicillina, l’amoxicillina e la clindamicina) sono essenziali per il trattamento di infezioni batteriche in ambito odontoiatrico. Tuttavia, l’uso indiscriminato o inappropriato può ridurre l’efficacia di questi farmaci. È stato documentato che le infezioni orali ed in particolare quelle parodontali possono essere veicolo di batteri resistenti che, se non trattati correttamente, potrebbero sviluppare resistenza a farmaci utilizzati in altre specialità mediche.
La relazione tra antibiotici usati negli allevamenti e l’antibiotico resistenza.
Oltre all’uso di antibiotici in ambito sanitario, un’altra grande fonte di selezione di batteri resistenti proviene dall’uso di antibiotici negli allevamenti animali. Negli ultimi decenni, l’uso massiccio di antibiotici negli allevamenti intensivi è stato un fenomeno diffuso in tutto il mondo. Il loro utilizzo improprio avviene per favorire la crescita degli animali in tempi brevi e per prevenire le malattie in condizioni di sovraffollamento. Questi antibiotici sono spesso somministrati a dosi sub-terapeutiche, il che favorisce ancora di più lo sviluppo di ceppi batterici resistenti.
I batteri resistenti agli antibiotici possono passare dagli animali agli esseri umani in vari modi, primis tra tutti il consumo di carne contaminata, il contatto diretto con animali infetti o attraverso l’ambiente. Le pratiche agricole moderne hanno contribuito notevolmente ad un aumento significativo della resistenza agli antibiotici a livello globale: in particolare quando gli antibiotici vengono utilizzati nei fertilizzanti o nei concimi derivati dagli animali. Ad esempio, la carne di pollame, maiale o manzo può contenere tracce di antibiotici o batteri resistenti che, se non adeguatamente trattati durante la cottura, possono causare infezioni negli esseri umani. Inoltre, l’esposizione ad antibiotici tramite l’alimentazione può portare ad una colonizzazione intestinale di batteri resistenti, i quali possono trasferirsi ad altri batteri, aumentando il rischio di infezioni resistenti agli antibiotici.
L’influenza dell’antibiotico resistenza sull’alimentazione e la salute pubblica.
L’antibiotico resistenza, alimentata dall’uso eccessivo di antibiotici negli allevamenti, ha un impatto diretto sulla sicurezza alimentare. Poiché molti degli antibiotici utilizzati negli allevamenti sono anche usati in medicina umana, l’antibiotico resistenza si riflette nel trattamento delle infezioni alimentari. Batteri come la salmonella, escherichia coli e campylobacter, che sono comuni agenti patogeni alimentari, possono sviluppare resistenza agli antibiotici usati per trattarle, rendendo difficile il trattamento di infezioni da alimenti contaminati.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e altre istituzioni sanitarie internazionali hanno sollecitato un maggiore controllo sull’uso degli antibiotici negli allevamenti, raccomandando di limitarne l’uso preventivo e di utilizzarli solo per trattare malattie specifiche. Alcuni paesi, tra cui diversi membri dell’Unione Europea, hanno già adottato misure concrete per vietare l’uso di antibiotici per la crescita degli animali, ma in molti paesi l’uso di antibiotici per questo scopo continua ad essere una pratica comune.
Conclusioni: un approccio multidisciplinare per contrastare l’antibiotico resistenza.
L’antibiotico resistenza è una minaccia globale che richiede una risposta coordinata e multidisciplinare. In odontoiatria, la prescrizione di antibiotici dovrebbe essere più selettiva e legata a specifiche condizioni, limitando l’uso di antibiotici solo ai casi in cui sono veramente necessari. È fondamentale che i professionisti della salute orale, insieme agli altri operatori sanitari, si impegnino ad educare i pazienti sull’utilità e sulle modalità di assunzione di tale medicinale.
Chiedi sempre al tuo medico di fiducia se sia o meno necessaria l’assunzione di antibiotico ed effettua regolari controlli per prevenire ogni rischio!