Gentili pazienti, bentrovati.
In questo articolo approfondiremo l’importanza di una diagnosi tempestiva di diabete e malattia parodontale, grazie allo screening effettuato dal diabetologo e dal vostro dentista di fiducia. È ormai noto che queste due patologie si influenzino reciprocamente, motivo per cui è fondamentale adottare misure preventive efficaci per entrambe. Affinché ciò avvenga, è essenziale che i professionisti coinvolti (in questo caso il diabetologo e l’odontoiatra) collaborino strettamente: il dentista dovrà eseguire uno screening per individuare possibili segnali di diabete durante la visita odontoiatrica ed il diabetologo dovrà monitorare lo stato di salute delle gengive e l’infiammazione orale del paziente.
La Società Italiana di Parodontologia e Implantologia (SidP), la Società Italiana di Diabetologia (SID) e l’Associazione Medici Diabetologi (AMD) hanno analizzato la correlazione esistente tra tali patologie ed emesso un documento congiunto, volto a sensibilizzare i professionisti sulla necessità di un approccio integrato alla salute, che vada oltre la singola area di competenza.
Un aspetto fondamentale di questo protocollo è la capacità di porre le domande giuste al paziente durante la visita, sia odontoiatrica che diabetologica, per raccogliere informazioni utili ad una diagnosi precoce. Se durante una visita odontoiatrica si riscontrasse un’infiammazione gengivale significativa, l’odontoiatra potrà consigliare al paziente di eseguire un test per la glicemia. Allo stesso modo, il diabetologo dovrà educare il paziente sui rischi della malattia parodontale, soprattutto per chi soffre di diabete, invitandolo a monitorare la salute orale con attenzione, chiedendo se ci sono segnali di sanguinamento gengivale, mobilità dentale, irritazioni, gonfiori o secchezza della bocca e raccomandando una visita odontoiatrica di controllo.
Perché la diagnosi precoce è così cruciale?
Le motivazioni sono molteplici. Prima di tutto, entrambe le patologie sono molto diffuse: si stima che in Italia oltre 3,5 milioni di persone soffrano di diabete e che 2 italiani su 3 siano affetti da parodontite. Inoltre, i pazienti con malattia parodontale hanno una probabilità superiore del 20% di sviluppare diabete rispetto a chi ha gengive sane. D’altro canto, i diabetici, soprattutto quelli con diabete di tipo 2, corrono il rischio di sviluppare complicazioni parodontali, spesso definite come la “sesta complicanza” del diabete (ricordiamo a tal proposito le 5 complicanze del diabete: macroangiopatia diabetica, retinopatia diabetica, neuropatia diabetica, ulcera diabetica e piede diabetico). Infine, il diabete di tipo 2 può essere asintomatico per molto tempo, motivo per cui è essenziale adottare un approccio proattivo per individuare la malattia, attraverso screening periodici. Dato l’alto numero di persone affette da queste patologie, è fondamentale sviluppare strategie sanitarie mirate per migliorare lo screening e la diagnosi precoce, in modo da ridurre le complicazioni e promuovere una salute migliore. Un approccio multidisciplinare che coinvolga sia il parodontologo sia il diabetologo può contribuire significativamente a prevenire nuovi casi di diabete nei soggetti a rischio e rallentare l’evoluzione delle complicanze legate ad entrambe le patologie.
Ruolo dell’odontoiatra e del diabetologo.
L’odontoiatra deve informare il paziente sui legami tra malattia parodontale e malattie sistemiche: come quelle cardiovascolari, reumatologiche e metaboliche, nonché sul rischio di diabete, Alzheimer e disturbi del sistema immunitario. In caso di malattia parodontale, l’odontoiatra dovrà anche raccomandare accertamenti per monitorare lo stato di salute generale. È essenziale, inoltre, che il professionista della salute orale tenga conto delle terapie farmacologiche del paziente diabetico, come l’assunzione di farmaci antiaggreganti, statine o beta-bloccanti, che potrebbero influire sui risultati dei trattamenti odontoiatrici. Il diabetologo, d’altro canto, dovrà informare i pazienti diabetici sui rischi associati alla parodontite, potenzialmente in grado di peggiorare le complicanze del diabete. Durante la visita, dovrà esaminare la bocca del paziente per identificare eventuali segni di malattia parodontale e, se necessario, indirizzarlo verso un dentista per un controllo più approfondito. Inoltre, il diabetologo dovrà sensibilizzare il paziente sull’importanza di mantenere una buona salute orale per gestire meglio il diabete, fornendo le informazioni per la miglior prevenzione possibile.
Durante un congresso sul diabete tenuto della SIdP (Società italiana di Parodontologia e Implantologia) è stato redatto un particolare documento, in cui i professionisti sanitari delle categorie coinvolte (odontoiatri ed igienisti dentali, diabetologi, medici di base e di medicina generale e farmacisti) hanno evidenziato quanto sia importante diffondere la consapevolezza della correlazione tra le due patologie (diabete e malattia parodontale) all’interno della popolazione.
Riportiamo di seguito i punti salienti di come lo studio dentistico abbia un ruolo cruciale a livello di prevenzione:
- Una stretta collaborazione tra odontoiatri, medici di medicina generale e medici specialisti oltre che dei farmacisti, porterebbe a miglioramenti sensibili sia sulla salute dei pazienti che sull’impatto economico e sociale correlato alla gestione della patologia diabetica
- La terapia parodontale non chirurgica, volta ad eliminare l’infezione e l’infiammazione alla base della parodontite, migliora il controllo glicemico nel paziente diabetico: e’ necessario eseguire queste procedure terapeutiche e monitorarne i risultati in concerto con i medici specialisti e i medici di medicina generale
- Nel paziente diabetico la terapia non chirurgica induce una diminuizione del valore della glicemia, quindi della emoglobina glicata; si sviluppa altresì una copiosa reazione infiammatoria: deve essere considerato di suddividere la strumentazione in più sedute.L’intensità della risposta infiammatoria e metabolica successiva, essendo correlata alla estensione dell’area sottoposta a strumentazione meccanica, sembrerebbe beneficiare di un approccio suddiviso in più sessioni
- Nel paziente diabetico e’ auspicabile un controllo annuale da parte di: odontoiatra – diabetologo – medico di medicina generale
- Nel paziente pre-diabetico è consigliabile una visita odontoiatrica con valutazione della salute parodontale
- Lo studio dentistico potrebbe essere individuato come una struttura adeguata per dare supporto alla co-gestione e alla comunicazione ai pazienti relativamente ad alcune patologie croniche, nello specifico il diabete
- Lo studio dentistico potrebbe gestire attività di screening intercettando casi di diabete o prediabete nei pazienti a rischio: valore della glicemia, valore della emoglobina glicata, anamnesi approfondita con questionario dedicato
- Lo screening di diabete permette di intercettare condizioni di prediabete: è necessario inviare il paziente al MMG (medico di medicina generale) per le successive e necessarie procedure diagnostiche e assistenziali
- L’odontoiatra e l’igienista dentale possono incoraggiare corretti stili di vita per gestire situazioni cliniche e comportamentali a rischio (fumo-sovrappeso – inattivita’ fisica – stress eccessivo)
- La farmacia potrebbe fare screening di parodontite investigando su sintomi soggettivi: sanguinamento gengivale, alitosi, mobilita’ dentale, cambiamento della posizione dei denti, gengive che si ritirano, consigliando in questi casi una visita.
(Per approfondire l’argomento potete consultare il seguente link https://www.sidp.it/media/tapenfj.pdf)
Conclusioni.
Questo articolo evidenzia chiaramente quanto diabete e malattia parodontale siano interconnessi e come si influenzino reciprocamente, tanto nell’insorgenza quanto nello sviluppo delle patologie. È altrettanto evidente come un approccio collaborativo tra odontoiatra e diabetologo sia cruciale per identificare tempestivamente i sintomi e fare una diagnosi precoce di entrambe le malattie. Non aspettare, prenota subito il tuo screening preventivo e la tua visita di controllo!