Gentili pazienti bentrovati! Nell’articolo di questa settimana conosceremo quella che viene definita ortodonzia pediatrica, nota anche come ortodonzia intercettiva o dell’età evolutiva. Essa si rivolge ai bambini tra i 5 e i 10 anni, un periodo ideale per individuare e trattare efficacemente problemi legati sia allo sviluppo mascellare che mandibolare. Intervenire in questa fase è cruciale per evitare che tali problematiche diventino più difficili da risolvere in età adulta.
Il vostro odontoiatra di fiducia, dopo un’accurata valutazione, deciderà se iniziare il trattamento subito o se monitorare la crescita del bambino per intervenire successivamente, indicativamente verso i 9-10 anni. I problemi dentali in questa fascia di età (che precedono la comparsa di malocclusioni) possono derivare da diversi fattori:
– Predisposizione genetica,
– Abitudini scorrette,
– Traumi,
– Perdita precoce dei denti da latte.
Correggere abitudini errate sarà un grande aiuto nella crescita corretta dei denti permanenti. La terapia intercettiva non punta necessariamente alla completa risoluzione del problema, ma a facilitare una crescita armoniosa, riducendo la gravità della malocclusione e semplificando i trattamenti ortodontici successivi.
Spesso, per correggere alcune malocclusioni, è necessario suddividere il trattamento ortodontico in più fasi. Il lavoro dell’ortodontista sarà quello di pianificare attentamente le tappe del trattamento, tenendo conto della crescita dentale e scheletrica del paziente. La prima fase, la terapia intercettiva, affronta problemi ortopedici e funzionali, guidando la crescita delle ossa mascellari e l’eruzione dei denti permanenti. La seconda fase, il trattamento ortodontico vero e proprio, inizia solitamente con il completamento della dentizione permanente, assicurando che i denti siano correttamente allineati e l’occlusione sia corretta e stabile.
Per l’ortodonzia intercettiva si utilizzano diversi dispositivi:
– Apparecchi funzionali, che sfruttano la funzione per migliorare la posizione di ossa e denti;
– Apparecchi fissi, come l’espansore rapido del palato, il quad helix, la barra palatina, l’utility di Ricketts;
– Apparecchi rimovibili, come le placche superiori e inferiori o trazioni extra-orali.
Le malocclusioni non comportano solo problemi estetici, ma possono influire negativamente sulla masticazione, sulla postura, sull’igiene orale e, in alcuni casi, provocare mal di testa o disturbi ad orecchie e collo.
Principali tipi di malocclusione.
1. Morso aperto.
Questa malocclusione si verifica quando i denti delle due arcate non si toccano correttamente. Spesso è causata dall’uso prolungato del ciuccio o dalla suzione del pollice, ma può avere anche una componente genetica. La lingua, durante la deglutizione, viene spinta in avanti, spingendo contro i denti e causando una deglutizione errata. Se non si interviene tempestivamente, il problema può consolidarsi e creare complicazioni future.
2. Morso incrociato posteriore.
Si tratta dell’inversione della posizione delle arcate dentarie con la mascella superiore che si posiziona dietro a quella inferiore. È una delle problematiche scheletriche più importanti da trattare in età precoce, perché dopo il completo sviluppo osseo potrà rendersi necessario un intervento chirurgico per correggerla. Se trascurato, il morso incrociato può causare deviazioni mandibolari e problemi all’articolazione temporo-mandibolare.
3. II Classe.
In questa malocclusione, la mandibola è arretrata rispetto alla mascella superiore. Questo squilibrio può essere causato da un insufficiente sviluppo mandibolare o da un’eccessiva crescita della mascella superiore. Il risultato è una disarmonia tra le arcate dentarie che può variare a seconda della gravità dell’overjet (cioè la distanza orizzontale tra gli incisivi dell’arcata superiore e quelli dell’arcata inferiore) tra gli incisivi.
4. III Classe.
Contrario alla II classe, in questa malocclusione la mandibola cresce eccessivamente. Ciò può alterare il profilo del paziente, con una prominenza del mento rispetto alla mascella superiore. Anche in questo caso, intervenire presto aiuta a correggere la crescita mandibolare e stimolare quella mascellare.
5. Morso profondo.
In questo caso, gli incisivi superiori sono eccessivamente inclinati verso il palato (cioè “troppo in piedi”), coprendo troppo quelli inferiori. Le conseguenze includono una rapida usura dei denti e un appiattimento del profilo, poiché le labbra non ricevono il corretto supporto dai denti anteriori.
Abitudini viziate.
Le abitudini scorrette ripetute nel tempo possono causare malocclusioni. Tra le più comuni ci sono:
– Suzione del dito o del ciuccio prolungata,
– Deglutizione atipica o infantile,
– Respirazione orale,
– Mordicchiare penne o matite.
Prolungare la suzione oltre i 3 anni può portare al morso aperto e ad altri problemi, inclusi quelli di deglutizione e pronuncia. Anche la respirazione orale può avere effetti negativi, influenzando lo sviluppo della mandibola e favorendo la sovra-eruzione dei molari.
Se si interviene tempestivamente per interrompere queste abitudini, si possono ottenere significativi miglioramenti spontanei nelle alterazioni dentali e scheletriche. Tuttavia, in alcuni casi potrebbe essere necessario l’uso di dispositivi ortodontici.
Un percorso ortodontico efficace spesso richiede la collaborazione di logopedisti ed osteopati per correggere la posizione della lingua e migliorare la funzione masticatoria. L’approccio multidisciplinare è fondamentale per risolvere queste problematiche nei bambini.
Infine, citiamo le parole del Ministero della Salute, il quale sottolinea l’importanza della prevenzione e del corretto sviluppo dentale nei bambini, dichiarando che: “Un corretto sviluppo della dentizione decidua e mista è essenziale per garantire un’occlusione stabile, funzionale ed esteticamente armoniosa. L’identificazione precoce delle cause che determinano la malocclusione è fondamentale.”
Prevenire è sempre la migliore soluzione per mantenere la salute orale. Per maggiori informazioni o per prenotare una visita, non esitate a contattarci.